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Il pregiudizio

14/2/2017

3 Commenti

 
È vero che sono andato contro il parere dei medici che mi davano in sedia a rotelle per tutta la vita, ma i pregiudizi più grandi che abbia dovuto superare sono stati i miei: le idee che mi sono creato di me stesso sono state dei forti impedimenti che con molta fatica ho smantellato per arrivare dove l’istinto mi spingeva ad andare.
Gli studi mi hanno insegnato che per difenderci dalla delusione del fallimento ognuno si costruisce un mondo di scuse che servono a far desistere prima di cominciare un cammino: non ci sentiamo all’altezza della situazione, abbiamo paura di metterci in ridicolo. All’inizio per me è stato più facile affrontare questi pensieri, avevo così poco da perdere e così tanto da guadagnare che la vocina “protettiva” non la sentivo nemmeno. Nel tempo, acquisendo risultati, la vocina ha piano piano cominciato a diventare sempre più forte e senza accorgermi ho cominciato a farmi limitare da lei. L’esperienza e la voglia di mettermi alla prova mi hanno spesso permesso di riconoscerla e superarla, tenendola al contempo nella giusta considerazione: in questo modo ho evitato di farmi troppo male nelle mie sperimentazioni.
Nonostante conosca da anni questa vocina, alle volte ancora mi sorprende, annidandosi subdolamente tra i miei pensieri e le mie paure, creando in me silenti convinzioni. L’ultima volta in cui ci sono incappato è stato un mesetto fa alla corsa delle Befane. Sulla distanza dei 5 km mi sono abituato ad avere un passo costante e sentivo di non poter superare la soglia dei 9.30 minuti al km. Perciò anche quel giorno mi sono messo alla mia velocità di crociera. Al secondo chilometro mi si affianca un signore di circa 65 anni che aveva il mio stesso passo ed è stato lo sprone per accelerare: non perché mi sia sentito in competizione con lui ma perché continuava a sputare e la cosa mi infastidiva. La sopportazione è durata poco, qualche centinaio di metri, e ho deciso di allungare. Con uno scatto mi sono portato intorno agli 8.15 al km (velocità per me quasi di punta); sentendomi bene, con mia grande sorpresa, ho protratto lo scatto fino alla fine della corsa. Una volta arrivato al traguardo ero felicissimo, non tanto per il tempo fatto (il mio migliore sui 5 km) ma per aver superato un pregiudizio che io stesso mi ero creato. Mi sono trovato a sorridere pensando a come, dopo tanti anni, ancora non mi accorga di cosa mi accada dentro, di come da solo mi crei delle limitazioni e di come usi queste ultime per giustificarmi e per non approcciare nuove piccole o grandi sfide.
Mi devo ricordare di darmi la possibilità di sbagliare!
3 Commenti
Cinzia Bernardini
15/2/2017 02:34:43 pm

In circostanze del tutto diverse dalle tue, ma la stessa vocina capita di sentirla anche a me ed è una sfida non ascoltarla! Però condivido tutto quello che hai scritto, bravo Bernardo!!!

Risposta
Simona Sartori
16/2/2017 05:44:29 pm

Siamo tutti in grado di scegliere di lottare, solo così la vita può regalarci cose incredibili, come quelle che stanno accadendo a te! Tenacia e costanza ti distinguono! Bravo Bernardo!!

Risposta
Bernardo
20/2/2017 05:42:08 pm

Sono d'accordo con te, la capacità di scegliere è in ognuno di noi

Risposta



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    Autore

    Bernardo Bernardini

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